Di autori ce ne sono stati (e ce ne sono) tanti, ma
raramente un’artista riesce a sperimentare quasi tutti i generi cinematografici
e ad eccellere in ognuno dei suoi lavori (più o meno). Pensando ad uno di
questi registi, il primo che salta all’occhio è, senza dubbio, il maestro
Stanley Kubrick, il quale è stato capace di rendere personale e innovativo
quasi ogni genere del cinema: dall’horror (Shining) ai film di guerra (il suo
primissimo ed introvabile Paura e desiderio, poi Orizzonti di Gloria e il più famoso
Full Metal Jacket), dalla fantascienza (2001: Odissea nello Spazio) allo
storico (Spartacus), passando per il romantico (a suo modo, con Lolita ed Eyes
Wide Shut), fino ad arrivare al drammatico (con Arancia Meccanica), al crimine
(Rapina a mano armata), al thriller noir (Il bacio dell’assassino) e ai film in
costume d’epoca (Barry Lyndon). L’unica cosa che non ha trattato è, forse, il
genere western, poiché anche la commedia satirica rientra nella sua
filmografia, con Il dottor Stranamore
ovvero: Come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba.
Una trama capace di diventare, ai giorni nostri, un potenziale blockbuster da botteghino (magari diretto da Roland Emmerich, che di disastri mondiali se ne intende), ma che Kubrick riesce a trasformare in una delle più divertenti e critiche commedie che siano mai state sfornate. Ottimo il lavoro dell’istrione Peter Sellers (qui in tre diversi ruoli), che caratterizza ognuno dei suoi personaggi in maniera originale e divertente, giocando molto su differenti fisicità, ma anche su diversi caratteri. A rendere ancora più originali i protagonisti di questa farsa ci pensa Stanley Kubrick, che dà a tutti dei nomi completamente assurdi ma pieni di significato (il capitano Mandrake che, come il famoso mago, tenta di risolvere la situazione estrapolando dal nulla la combinazione che potrebbe salvare tutto il mondo, ma anche Jack D. Ripper, che si rifà al famoso serial killer, per citarne un paio). Così come gioca con i nomi dei personaggi, Kubrick si diverte a ironizzare anche con tutta la restante parte letteraria della pellicola (pensiamo al codice di richiamo degli aerei, caratterizzato dalle lettere O-P-E, chiaro rimando alla parola inglese SPERANZA). Oltretutto, Kubrick dimostra una ottima conoscenza dell’uso dei tempi comici cinematografici, sicuramente aiutato dalla bravura di perfomer come Peter Sellers o George C. Scott, senza nulla togliere a tutto il resto del cast. Da mettere in evidenza anche i continui risvolti sessuali a cui la storia fa riferimento (tutta la situazione, ad esempio, ha il via proprio a causa dell’impotenza sessuale del generale Ripper, che non vuole ammettere il suo problema e del quale dà la colpa ai sovietici). Ma la cosa più importante e geniale del film è la forte critica non solo all’assurdità della guerra, ma anche al modo in cui l’America rassicurava il suo popolo, in un periodo diventato famoso come i tranquilized 50’s (sono ormai noti i vecchi spot Duck and Cover). Girato in piena guerra fredda, Il dottor Stranamore dice la sua in maniera diretta e forte, divertendo il pubblico e facendolo riflettere allo stesso tempo sul potere militare, sulla guerra e sulla politica, regalandoci un film ancora attuale e pieno di spunti, ricco di dialoghi fantastici, attori stupendi e musiche azzeccate in pieno. Una pellicola che va vista e rivista quasi di continuo, leggendola ogni volta in maniera diversa.
Una trama capace di diventare, ai giorni nostri, un potenziale blockbuster da botteghino (magari diretto da Roland Emmerich, che di disastri mondiali se ne intende), ma che Kubrick riesce a trasformare in una delle più divertenti e critiche commedie che siano mai state sfornate. Ottimo il lavoro dell’istrione Peter Sellers (qui in tre diversi ruoli), che caratterizza ognuno dei suoi personaggi in maniera originale e divertente, giocando molto su differenti fisicità, ma anche su diversi caratteri. A rendere ancora più originali i protagonisti di questa farsa ci pensa Stanley Kubrick, che dà a tutti dei nomi completamente assurdi ma pieni di significato (il capitano Mandrake che, come il famoso mago, tenta di risolvere la situazione estrapolando dal nulla la combinazione che potrebbe salvare tutto il mondo, ma anche Jack D. Ripper, che si rifà al famoso serial killer, per citarne un paio). Così come gioca con i nomi dei personaggi, Kubrick si diverte a ironizzare anche con tutta la restante parte letteraria della pellicola (pensiamo al codice di richiamo degli aerei, caratterizzato dalle lettere O-P-E, chiaro rimando alla parola inglese SPERANZA). Oltretutto, Kubrick dimostra una ottima conoscenza dell’uso dei tempi comici cinematografici, sicuramente aiutato dalla bravura di perfomer come Peter Sellers o George C. Scott, senza nulla togliere a tutto il resto del cast. Da mettere in evidenza anche i continui risvolti sessuali a cui la storia fa riferimento (tutta la situazione, ad esempio, ha il via proprio a causa dell’impotenza sessuale del generale Ripper, che non vuole ammettere il suo problema e del quale dà la colpa ai sovietici). Ma la cosa più importante e geniale del film è la forte critica non solo all’assurdità della guerra, ma anche al modo in cui l’America rassicurava il suo popolo, in un periodo diventato famoso come i tranquilized 50’s (sono ormai noti i vecchi spot Duck and Cover). Girato in piena guerra fredda, Il dottor Stranamore dice la sua in maniera diretta e forte, divertendo il pubblico e facendolo riflettere allo stesso tempo sul potere militare, sulla guerra e sulla politica, regalandoci un film ancora attuale e pieno di spunti, ricco di dialoghi fantastici, attori stupendi e musiche azzeccate in pieno. Una pellicola che va vista e rivista quasi di continuo, leggendola ogni volta in maniera diversa.
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