19 ottobre 2014

Ten Skies

Ho letto molti commenti in giro, superficiali e banali, su quanto quest'opera cinematografica sia inutile e superflua poiché, a detta degli utenti dei social, non c'è niente di interessante nell'assistere per 101 minuti circa a cieli inquadrati con una telecamera fissa. Non ho mai sentito pregiudizi peggiori di questo: Ten Skies è stato uno dei film più interessanti a cui abbia mai assistito, non tanto per i classici canoni che si ricercano in un film più alla portata di tutti, quanto per una serie di riflessioni alle quali la visione di questi dieci, fantastici cieli mi ha inevitabilmente portato. Ma partiamo da una delle critiche più insensate, giusto per rompere il ghiaccio: alcuni detrattori che non provano neppure ad avvicinarsi a James Benning (peccato) lo accusano di non fare cinema ma fotografie. La differenza però sta sia nel movimento degli oggetti inquadrati (nuvole, aerei imprevisti, fumo) sia nel tempo di fruizione di ogni presunta fotografia (che dovremmo chiamare inquadratura) stabilito dall'autore e non dal fruitore dell'opera: possiamo stare ore ed ore o pochi minuti a contemplare una foto, mentre per ognuna di queste inquadrature Benning ha scelto un determinato lasso di tempo, inviolabile a meno che tu non decida di non guardare più.

7 ottobre 2014

Maleficent

Dopo l'eccezionale successo al botteghino della burtoniana Alice, la casa di produzione Disney continua a cavalcare l'onda del successo delle sue vecchie storie rifatte in live action e, dopo aver riportato il mondo di Oz sul grande schermo sotto l'ala protettiva di Sam Raimi, decide azzardatamente di affidare questo nuovo punto di vista della vecchia fiaba de La bella addormentata nel bosco ad un novello regista di nome Robert Stromberg, premio Oscar per la direzione artistica di Avatar e Alice in Wonderland e nominato per gli effetti visivi di Master & Commander di Peter Weir. Non l'ultima ruota del carro, certo, ma comunque non il più grande regista vivente, e questo si nota già dalle prime, canoniche, scontate e poco visionarie scelte di regia che introducono lo spettatore nel mondo fatato di Maleficent, film più di Angelina Jolie che di Stromberg, non solo per la presenza scenica dell'iconica attrice (e delle sue figlie), ma anche per via delle tematiche presentate dalla storia di Linda Woolverton, autrice rubata anche lei dal cast tecnico della già citata Alice.