27 luglio 2013

Sweeney Todd - Il Diabolico Barbiere di Fleet Street

Particolare pellicola musicale, questo film rappresenta la prima esperienza canora per i due attori protagonisti nonché il primo lavoro inerente a questo genere per il regista di Burbank (se si escludono gli Oompa Loompa salterini e qualche altro intermezzo musicale nei suoi film passati). Tim Burton dirige ancora una volta il suo amico Johnny Depp rivisitando per il grande schermo il famoso musical di Hugh Wheeler e Stephen Sondheim, il primo autore dei testi e il secondo della componente musicale, il quale collabora anche con il regista per riadattare le canzoni per il film e comporne le tracce musicali. Sweeney Todd - Il Diabolico Barbiere di Fleet Street vanta un cast meraviglioso tra cui l'ottima Helena Bonham Carter, il grandissimo Alan Rickman, il meraviglioso caratterista Timothy Spall e il geniale Sacha Baron Cohen, che regala un intenso e quasi inaspettato momento di ironia e di ottima performance canora, senza dimenticare il già citato protagonista, che esce dai soliti personaggi freak per interpretare una cupa e vendicativa versione del suo Edward Mani di Forbice.

25 luglio 2013

Wolverine - L'immortale

Quando si annunciano progetti del genere avvisando che si sarebbero prese le dovute distanze rispetto al fallimentare prototipo e sottolineando più volte che si sarebbe data molta importanza al vero volto del protagonista, ci si aspetta sempre di trovare quello che è stato preannunciato. Purtroppo però ancora una volta l'iconico artigliato canadese non viene sfruttato come merita e si ritrova di nuovo imbrigliato in un progetto commerciale e incompleto. Nemmeno il nome del premio Oscar Christopher McQuarrie alla sceneggiatura (rivisitata, precedentemente scritta da Mark Bomback e Scott Frank) riesce a dare quel tocco in più ad una trama striminzita e leggera, priva di personaggi profondi o di tematiche interessanti. Il passato di Wolverine viene utilizzato in maniera incolore senza lasciare qualche piccolo stralcio all'immaginazione dello spettatore, svelando ogni piccolo dettaglio narrativo e regalando un film privo di mistero o di qualsivoglia suspense, a causa di uno sviluppo sia della storia che dei personaggi decisamente troppo superficiale e prevedibile, soprattutto per quanto riguarda i cattivi macchiettistici e privi spessore (il personaggio di Viper su tutti, quasi ad intendere che ci voleva una bella biondona vestita di verde smeraldo e messa sui tacchi a spillo per alzare la qualità del film).

24 luglio 2013

La Maledizione della Prima Luna

Recuperando uno dei più produttivi filoni cinematografici degli anni passati, quello piratesco, la Walt Disney collabora con Jerry Bruckheimer per donare nuova linfa ai film d'intrattenimento ambientati tra oceani, spiagge e galeoni, cercando di sfruttare al meglio una delle attrazioni più popolari del parco giochi Disneyworld. La Maledizione della Prima Luna si ispira infatti alla famosa attrazione all'interno del parco e ne rielabora i personaggi, affidando la sceneggiatura a Ted Elliott e a Terry Rossio e offrendo al pubblico il nuovo e ormai iconico personaggio di Capitan Jack Sparrow, ancora oggi indimenticabile e originale performance di Johhny Depp, tanto marcata da segnare quasi tutti i freak che si susseguiranno nella carriera dell'attore dopo questo ruolo. Assieme a lui un geniale nemico da sopraffare, Hector Barbossa, l'ex-primo ufficiale del capitano di cui sopra impersonato da un istrionico e convincente Geoffrey Rush, intenso anche nei ruoli più spassionati e ironici, preziosa perla in un cast che comunque riesce a coinvolgere nonostante la presenza del non sempre brillante Orlando Bloom e della ancora in parte acerba Keira Knightley.

20 luglio 2013

Romeo + Giulietta

Prima del suo famoso e acclamato Moulin Rouge!, il regista australiano Baz Luhrmann ha tentato la strada della rivisitazione originale, spezzando le catene ottocentesche e veronesi di una delle più grandi tragedie della storia del teatro e trasportandola a Los Angeles, giocando con la realmente esistente Venice Beach e inventando una fittizia Verona Beach (entrambe le città italiane sono venete). I Montecchi e i Capuleti diventano due famiglie rivali simbolo del capitalismo americano, colossi industrali che continuano a farsi la guerra ogni volta che possono. Tutto ciò che circonda le due famiglie viene riproposto seguendo la chiave post-moderna che caratterizza questo particolare progetto, il quale ha diviso già da subito gli appassionati della tragedia Shakespeariana tra chi voleva un'opera più fedele e chi invece si è detto incuriosito dall'idea originale. Perché tutto si può dire di questo film tranne che non sia originale, perché Luhrmann decide di riproporre una storia ormai classica e nota a tutti dandole una impostazione visiva e un contesto storico completamente diversi, utilizzando i movimenti di camera al servizio della narrazione e dell'impatto visivo messo in scena.

19 luglio 2013

Piranha

Sappiamo molto bene, a volte anche a nostre spese, che le grandi produzioni hanno l’abitudine di seguire la moda del momento per cercare di arraffarsi una fetta del bottino e incassare quanto più possibile. Lo squalo, nel 1975, è stato un film capace di fare esplodere un nuovo genere horror dedicato agli animali assassini, ai serial killer della natura. Qualche volta tali pellicole erano dei veri e propri scempi (si pensi, ad esempio, ai tre sequel che furono ricavati dal cult movie diretto da Steven Spielberg), altre volte invece si possono ammirare degli ottimi prodotti, capaci anche di fare riflettere in maniera critica nei confronti della società in cui viviamo. Quest'ultimo è proprio questo il caso di Piranha, una pellicola del 1978 che nacque con lo scopo di seguire la suddetta moda, ma che invece superò per qualità e contenuti tutti i suoi rivali e, in parte, anche il sopracitato film del Re Mida di Hollywood.

18 luglio 2013

Intrigo Internazionale

Le linee orizzontali e verticali che si congiungono all'inizio del film e che si trasformano grazie ad una dissolvenza incrociata in un grattacielo denotano un'antitetica perfezione strutturale, la quale maschera una delle più complesse macchinazioni ideate dal grande maestro della suspense Alfred Hitchcock, che per questo film torna al genere della commedia in salsa spionistica, intrattenimento in tutto e per tutto, ma non per questo impossibile da considerare tra i migliori film della storia. Intrigo Internazionale è l'essere o non essere dell'autore inglese (il titolo originale, North by Northwest, cita infatti un verso dell'Amleto di Shakespeare), poiché i personaggi sono e non sono al tempo stesso, delineando continuamente una marcata duplicità sempre importante nel film.

Young Adult

Film passato piuttosto in sordina, come molte opere interessanti nel nostro "Bel" Paese, quest'ultima fatica di uno dei più autorevoli figli d'arte contemporanei risulta essere un prodotto non completamente riuscito ma comunque particolarmente interessante. Jason Reitman (figlio del regista Ivan, noto per i due film dedicati ai Ghostbusters) si avvale ancora una volta dell'aiuto della sceneggiatrice Diablo Cody, dopo avere collaborato con lei per l'acclamato Juno, per portare sullo schermo una storia molto realistica e piuttosto grottesca, che racconta la vita adulta di una eterna Peter Pan incapace di crescere e continuamente ancorata al suo passato. Curioso notare come il lato debole sia proprio lo sviluppo della sceneggiatura, piuttosto prevedibile e particolarmente insapore, poiché la Cody decide di sfruttare alcuni stereotipi della commedia romantica per raccontare questa disperata figura femminile di una trentasettenne ancora adolescente, circondandola di personaggi poco sorprendenti e dei quali si capiscono da subito le motivazioni e le conclusioni delle loro storie.

17 luglio 2013

Piranha 3D

In un periodo in cui i remake sono all'ordine del giorno è sempre più frequente trovare al cinema vecchi titoli diventati importanti (alcuni anche fondamentali per ogni cinefilo che si rispetti) riproposti secondo una nuova chiave di lettura, a volte più seria, altre no. Questo è il caso "altre no" e, fondamentalmente, questa volta il risultato è garantito. Inaspettatamente il regista e produttore Alexandre Aja recupera e storpia il cult movie di Joe Dante rendendolo all'apparenza un prodotto esclusivamente spettacolare e totalmente privo di ogni senso logico e critico. Ma, sebbene si allontani dalla critica sociale e militare che l'autore di Gremlins aveva attuato con il suo Piranha, questa nuova riproposta stereoscopica della stessa idea vive di un paragone forse ancora più grottesco e macabro: quello tra gli antichi mostri preistorici risvegliati da un terremoto e l'essere umano. I primi sono delle creature assetate di sangue che hanno come unico scopo quello di divorare ogni cosa capiti loro a tiro, i secondi sono invece disgustosi ed evoluti animali che vivono esclusivamente per appagare i loro istinti sessuali (poppe è la parola più ripetuta all'interno del film, e se ne vedono anche tante), a sottolineare che tutti questi anni di distanza non rappresentano una sostanziale e marcata differenza tra le due razze che si combattono ancora una volta sullo schermo cinematografico.

11 luglio 2013

Pacific Rim

Il dilemma e la preoccupazione di tutti i fan del regista/sceneggiatore (o meglio, dell'autore) Guillermo Del Toro era quella di trovarsi di fronte ad un Transformers più curato, meno patinato e decisamente più dark. C'è ben poco, in Pacific Rim, dei robottoni Bayani, mentre c'è tanto Del Toro all'interno della sceneggiatura scritta a quattro mani assieme a Travis Beacham, ma anche nella cura della regia, ricca di rimandi alle sue precedenti opere. Al di là degli innumerevoli elogi al comparto tecnico (la fotografia dell'eccelso Guillermo Navarro, il montaggio di Peter Amundson e John Gilroy e le musiche non troppo differenti tra loro di Ramin Djawadi, che hanno l'unico lieve difetto di ruotare sempre attorno allo stesso tema) ciò che è da evidenziare ed elogiare è il modo in cui il regista renda personale questa opera, diversificandola dai blockbuster attualmente al cinema e dimostrando che fare intrattenimento intelligente è ancora possibile, rispolverando tante tematiche a lui care ma senza mai voltare le spalle all'azione e al divertimento.

6 luglio 2013

Tropic Thunder

Divertire e divertirsi realizzando una pellicola e facendo in modo che entrambe le sensazioni vengano reperite dal pubblico è forse una delle migliori vie per fare commedia, soprattutto se si tratta di comicità demenziale, ultimamente anche troppo abusata e spesso vittima di eccessive critiche ma anche protagonista di pellicole che molte volte scivolano in battute scontate e pessime. Questo in Tropic Thunder non succede, forse anche per il fatto che Ben Stiller è ormai un esperto del genere e quindi sa benissimo come trattare la materia, ma probabilmente anche perché il suo nome figura alla regia, alla sceneggiatura (assieme a quello di Justin Theroux, con cui ha scritto il soggetto, e di Etan Cohen), alla produzione e all'interno del cast, come protagonista principale. Un progetto, insomma, a cui teneva particolarmente e per il quale ha deciso di giocare le sue carte migliori. Navigato attore di commedie americane, Stiller dietro la macchina da presa riesce a dare del suo meglio surclassando alcuni dei tanti registi assieme a cui ha lavorato e dimostrando di saperci fare e di saperne tanto di cinema, facendosi affiancare da attori del calibro di Robert Downey Jr. (nominato anche all'Oscar per la sua interpretazione in questo film) e Jack Black, spesso utilizzato per film minori e "rockeggianti", ma forse uno dei migliori attori in circolazione oggi.

3 luglio 2013

The Lone Ranger

Dispiace non poco che quest'ultima fatica del regista Gore Verbinski, interessante artigiano del cinema d'intrattenimento hollywoodiano nonché personaggio capace di sfornare piccoli ed indimenticabili gioiellini come Rango, sia in realtà l'ennesima fiera del già visto e del già sentito, che non propone nulla di nuovo e che si rinchiude in quegli stereotipi pirateschi che tanto abbiamo imparato a conoscere grazie alla saga caraibica sempre targata Disney/Bruckheimer. Se Verbinski e il suo stile tentano disperatamente di strizzare l'occhio al suo precedente lavoro (il già citato Rango) realizzando un western d'intrattenimento in pieno stile Hollywoodiano, gli sceneggiatori Ted Elliott e Terry Rossio, che si avvalgono qui dell'aiuto di una terza penna che porta il nome di Justin Haythe, farciscono la sceneggiatura di innumerevoli rimandi al primissimo La Maledizione della Prima Luna, film dell'ormai lontano 2003, risultando ripetitivi e confermando la mancanza di idee già dimostrata nell'ultimo film della saga, Oltre i Confini del Mare.