27 aprile 2013

Carnage

Fare ridere è un mestiere difficile e spesso per riuscire nell'intento si cercano le strade più facili come quelle dei luoghi comuni, degli stereotipi e dei tormentoni. La comicità da cabaret, discutibile per contenuti ma comunque efficace, riesce quasi sempre nel suo intento. Ma la comicità grottesca, quella critica, quella che lascia un po' di amaro in bocca alla fine della giostra, ha bisogno di una mano esperta e di un talento innato per essere trattata e proposta nel migliore dei modi. Roman Polanski affianca la scrittrice della piéce teatrale Yasmina Reza nella sceneggiatura di questo film e ne cura la regia trasformando un'opera dal respiro adatto al palcoscenico in una geniale pellicola cinematografica, modificando e tagliando, rimescolando e rivisitando, ma mantenendo di fatto quel tocco macabro e critico che la Reza ha donato alla trama.

26 aprile 2013

The Mask - Da Zero a Mito

Il sottotitolo italiano (in inglese è From Zero to Hero) potrebbe essere la metafora di una carriera attoriale che fino a questo momento era rimasta un po' in sordina, per poi esplodere grazie ad una pellicole che deve tutto, e quando dico tutto intendo tutto, al suo attore protagonista. Jim Carrey, che prima non era proprio "zero" ma nemmeno una star, ha visto espandersi in maniera esponenziale la sua fama e i suoi fan, che lo conoscono nel 1994 grazie a tre film: The Mask, il primo capitolo di Ace Ventura e un altra simpaticissima commedia di culto, Scemo e più scemo. Grazie alla sua versatilità Carrey riesce a regalare una giogionesca performance volutamente sopra le righe, capace di rimanere impressa nella mente delle migliaia di spettatori ed imitata da numerosi altri attori di commedie per famiglie privi dello stesso talento autoironico e espansivo di questo attore.

25 aprile 2013

Primo Amore

Il cinema italiano ha subito in questi anni un declino artistico ormai sotto gli occhi di tutti, tuttavia esistono ancora quei tre o quattro attori che riescono a tenere alta la bandiera di un modo di fare cinema invidiato in tutto il mondo. Dopo queste poche scontate righe di introduzione, tuffiamoci senza indugi in una analisi un po' incoerente di quello che è Primo Amore, pellicola acclamata dalla critica italiana ma a mio modesto parare non priva di difetti. Si nota subito come Matteo Garrone abbia un suo personale e documentaristico approccio alla narrazione della storia, raccontando il film nella maniera più naturale possibile e lasciando che siano gli occhi, i volti e soprattutto l'espressività facciale degli attori a parlare, ovvero il quadrato e fin troppo autorevole Vittorio di Vitaliano Trevisan e la fragile e accondiscendente Sonia di Micaela Cescon, due personaggi incompatibili tra loro tra i quali però nasce una tormentata e corrosiva storia d'amore, aggettivi adatti più per Sonia che per Vittorio, padre padrone che impone alla sua ragazza di perdere peso.

20 aprile 2013

Hugo Cabret

Italoamericano ormai votato al grande cinema di genere, Martin Scorsese è sempre stato uno dei portavoce del noir, quello della storia ambientata per le strade, quello dove il marcio è sia fuori che dentro l'essere umano, quel tipo di cinema sporco e fastidioso tanto affascinante quanto introspettivo. Eppure, come tutti i grandi autori, anche a lui piace esplorare nuovi orizzonti e tentare strade diverse, cercando di dare una propria personalissima visione della settima arte seguendo anche altri percorsi. Per la prima volta si tuffa nel genere fantastico e si affaccia ad un pubblico di più piccoli ai quali generalmente le storie di Scorsese non sono consigliate, e lo fa portando all'interno del genere tutto il suo grande stile e omaggiando uno dei primissimi artigiani della macchina da presa nella maniera più elegante e raffinata, dandogli innanzitutto la fisionomia di Ben Kingsley (di ritorno da Shutter Island) e rendendolo protagonista tanto quanto il piccolo Asa Butterfield.

18 aprile 2013

The Green Hornet

Quando i kolossal sono trattati come film d'autore, la reazione che generano nel pubblico è quella di una spaccatura netta tra estimatori e detrattori. Uno degli ultimi esempi attinente a grandi linee a quello che stiamo per trattare è Les Misérables di Tom Hooper, capace di dividere il grande pubblico in due parti contrastanti. Quello che succede agli spettatori di The Green Hornet è più o meno la stessa cosa. Certamente al kolossal di Michel Gondry manca quel mordente presente nelle altre sue pellicole, ma nemmeno questo film ad alto budget è privo del marchio di fabbrica di uno dei registi contemporanei più interessanti. Gondry riesce a prendere in giro il filone che al momento ha tanto successo al cinema, ovvero quei film che trattano di supereroi, e ne fa un'opera cinematografica di cui Seth Rogen ne è l'indiscusso protagonista per carisma e per presenza scenica coerente all'idea che l'autore vuole mettere in atto.

16 aprile 2013

Inception

Prima della definitiva conclusione della sua trilogia legata al mondo dell'uomo pipistrello, il regista e sceneggiatore Christopher Nolan ha deciso di dare vita ad un progetto che ha riposto nel cassetto per ben dieci anni, rispolverandolo e rendendolo reale. O sogno, se preferite. Perché è proprio questo il tema di Inception, pellicola tanto discussa che ha lasciato stupefatti migliaia di spettatori e che non ne ha convinti altrettanti e, come al solito, al verità sta nel mezzo (sebbene non mi definisca detentore della verità assoluta). In molti lo considerano un semplice film d'intrattenimento, ma c'è molto di più in questo film, a partire dall'idea geniale di costruire un intricato labirinto di sogni all'interno dei quali si rischia spesso di perdere la bussola. Assieme ad esso una messa in scena che amalgama perfettamente gli effetti visivi e quelli digitali trasforma un film d'azione in un complesso costrutto mentale capace di fare appassionare ogni spettatore.

15 aprile 2013

L'uomo in Più

Esordio col botto per il regista e sceneggiatore Paolo Sorrentino, che già dalla sua prima pellicola si lascia affiancare da quello che sarà poi il suo attore feticcio Toni Servillo, qui non protagonista principale ma comprimario di una storia incatenata ed intricata piena di misteri e di ottimi spunti. Ad affiancare Servillo in questo duplice viaggio introspettivo c'è Andrea Renzi che interpreta un calciatore in caduta libera a causa di una frattura ai legamenti del ginocchio e quindi impossibilitato a portare avanti la sua carriera professionale. Sentendosi un talento, tenterà invano la strada dell'allenatore. Servillo è invece un cantante che viene accusato di violenza sulle minori e quindi infilato in un tunnel di malelingue, abbandonato dal pubblico che fino al giorno prima lo avrebbe seguito in capo al mondo. Ciò che accomuna i due protagonisti è il nome, Antonio Pisapia, ed un tragico passato.

13 aprile 2013

L'ipnotista

Di thriller dai toni polizieschi ce ne sono tanti e sempre più piatti, soprattutto dopo l'avvento di serie televisive  ben strutturate che hanno dato non poco filo da torcere ai loro fratellini cinematografici, per cui da un genere ormai abusato è lecito aspettarsi qualcosa che non è ancora stato proposto ed avere quindi delle aspettative piuttosto alte. Soprattutto se la pellicola si chiama L'ipnotista e se a dirigerla è un autore che ha fatto parlare di sé più di una volta (nel bene e nel male) di nome Lasse Hallstrom. Tratto dall'omonimo romanzo di Lars Kepler (chi l'ha letto l'ha definito geniale, per cui mi fido e mi astengo dal dare giudizi sull'opera narrativa) e riadattato per il grande schermo da Paolo Vacirca, questo film si fregia di un incipit crudo e grottesco davvero niente male, tanto da fare alzare ancora di più le sopracitate aspettative di chi sta guardando il film.

12 aprile 2013

Tutta la Vita Davanti

Se c'è una cosa che si impara guardando una qualsiasi pellicola di un regista come Paolo Virzì è che tutto si può sdrammatizzare, qualunque sia la gravità del tema trattato, una qualità che ha già messo in mostra in pellicole come La bella vita o anche in Baci e Abbracci, ma ancora una volta questo autore contemporaneo e nostrano si dimostra capace di scherzare su tematiche contemporanee che toccano tutti, come la morte e il lavoro precario dei giovani. Protagonista di questa pellicola è una brava Isabella Ragonese, circondata da star italiane come Valerio Mastandrea e dagli attori feticci di Virzì quali Massimo Ghini e la sorprendente Sabrina Ferilli che, sotto le mani di questo regista, riesce sempre a stupire. In Tutta la vita davanti ciò che è interessante notare è il sottile filo che lega la vita alla morte, leggerissimo collegamento che mostra quanto la precarietà della vita sia molto simile ai momenti che anticipano la morte.

10 aprile 2013

The Impossible

Sono successe tante cose nel mondo dopo quella tragica catastrofe naturale del 2004, ma rispolverare la memoria collettiva non fa mai male. A prendersi l'onere di riportare alla mente quei tragici momenti che tutti abbiamo seguito con estrema angoscia (chi da vicino e chi in maniera più distaccata) è il regista Juan Antonio Bayona, che si avvale di un cast principale in prestito dall'America e di una produzione spagnola per realizzare il suo The Impossible, sceneggiato da Sergio G. Sànchez che si ispira alla storia vera raccontata nel libro autobiografico di Maria Belòn. Ad impersonare la protagonista c'è la straordinaria Naomi Watts affiancata da Ewan McGregor nei panni del marito e il giovanissimo Tom Holland in quelli di Lucas.

9 aprile 2013

Martin

Conosciuto in Italia anche con il nome di Wampyr, la prima cosa che vi voglio dire su questo film è di diffidare del titolo appena accennato. Se siete appassionati del regista George A. Romero o del cinema horror in generale e volete recuperare questa pellicola, fatelo ritrovandola con il titolo originale, ovvero Martin, perché Wampyr è sinonimo di Dario Argento, qualche decennio fa genio dell'horror che ha avuto la pretesa di rimontare questo film spostando sequenze e rendendolo una cosa completamente diversa da come Romero l'aveva pensata. Un po' di pazienza, quindi, e spulciate nelle vostre videoteche alla ricerca di Martin, il DVD dal montaggio cronologico uscito proprio dalle mani di Romero, che oltre a scrivere e dirigere il film l'ha anche editato. Per facilitarne il ritrovamento vi invito a scrivere Director's cut di fianco al titolo (e se cliccate qui troverete anche l'edizione DVD in vendita su Amazon).

8 aprile 2013

La Congiura degli Innocenti

Ogni tanto è bene rispolverare qualche pellicola piuttosto datata ma sempre pronta a offrire interessanti lezioni su come fare cinema. Anzi, sarebbe d'uopo farlo più spesso, ma tralasciamo questi discorsi generalisti e rifugiamoci subito tra i fotogrammi di La congiura degli innocenti, commedia in salsa thriller girato dal grande maestro Alfred Hitchcock. Dall'impostazione tipicamente british, questa sceneggiatura scritta da John Michael Hayes e ispirata al romanzo di Jack Trevor Story si avvale di un ottimo ritmo e di un sensato e interessante intreccio che lascia piuttosto disorientati gli spettatori durante lo scorrere dei primi minuti, ma che prosegue scorrevolmente già dopo qualche istante, facendo in modo che la stranezza del ritrovarsi ad assistere ad un omicidio e a scherzarci sopra venga quasi immediatamente accantonata lasciando che il pubblico si diverta e si appassioni agli intrecci che i quattro principali protagonisti mettono in scena.

6 aprile 2013

L'ospite Inatteso


Quante volte ci siamo imbattuti in pellicole che enfatizzano il lato umano e criticano aspramente la società in cui viviamo? Molto spesso gli autori cinematografici si pongono in maniera critica anche se non hanno intenzione di farlo, poiché tanta è la voglia di raccontare i propri personaggi che, se non c’è nessun cattivo (inteso anche come persona fastidiosa) nel cast, bisogna per forza trovarlo da qualche altra parte. Thomas McCarthy nasce attore, per cui interessato ancora di più a quello che i suoi protagonisti devono raccontare rispetto ad un qualsiasi autore di cinema che nasce regista. Con una semplicità spiazzante, McCarthy racconta una storia che parla con naturalezza allo spettatore e riesce a farlo riflettere su temi terribilmente moderni e tragici, primo tra tutti il problema dell’immigrazione, seguito dal modo in cui (in questo caso) l’America tratta i suoi clandestini, solo per dar loro un esempio di cosa devono aspettarsi e di fare di loro dei capri espiatori per chiunque abbia intenzione di trasferirsi nel loro "paese delle libertà". Ma c’è di più, perché L'ospite inatteso penetra emotivamente nel cuore del pubblico, grazie al modo in cui il regista lascia gli spessori giusti ai rapporti tra i personaggi.

Upside Down

Se volete capire al meglio che cosa significhi avere una buona idea e sfruttarla male, vi basterà tuffarvi nella visione di questo Upside Down, film che sembrava avere tutte le intenzioni di proporre allo spettatore qualcosa di nuovo ma che invece si risolve in un (quasi) nulla di fatto. Scritto e diretto da Juan Diego Solanas nelle vesti di un regista per la prima volta alle prese con un mezzo blockbuster, il film parte con una già di per sé snervante voce fuori campo che inizia a raccontare le leggi che regolano il nuovo immaginario creato dall'autore, un universo particolare che si sviluppa su due gravità differente e che vede due mondi uno sopra l'altro condividere lo stesso pezzo di cielo in maniera non del tutto pacifica e anche piuttosto banale (chi sta sopra è benestante, chi sta sotto è un poveraccio, sociologicamente parlando). Peccato che la parte interessante si fermi solo ai primi dieci/quindici minuti e che tutto il resto di film si concentri sulla storia d'amore tra i due protagonisti Jim Sturgess e Kirsten Dunst che hanno il loro pregio nella bellezza estetica ma che a livello recitativo non offrono nulla di nuovo o che non sia già stato visto all'interno di una qualsiasi altra commedia romantica.

5 aprile 2013

Rango

Dopo la sua piccola parentesi piratesca, Gore Verbinski si arrischia a tornare verso le acque che lo hanno visto affacciarsi al grande pubblico con Un topolino sotto sfratto, commedia per bambini (stesso punto di riferimento che ha questo film) tipica di un filone di quegli anni '90 sviluppato da Columbus. Questa volta però si focalizza sulla sua passione per il cinema e ne traccia dei lineamenti originali, affiancando il western al cinema d'animazione, ma una animazione originale e come vuole lui, talmente nelle sue corde da firmare un contratto con la neonata Nickelodeon pur di avere carta bianca sulla libertà artistica. Infatti Rango è forse il prodotto più personale e meno marchetta di questo autore che finora ha offerto buoni e meno buoni film d'intrattenimento sempre su commissione e che finalmente riesce a regalare al pubblico un'opera completamente originale con una tecnica mai sperimentata prima: prendere degli attori in carne e ossa e farli recitare tra loro davanti a una macchina da presa affinché gli animatori possano prendere ispirazione dalle movenze di questi e tracciarne i tratti caratteristici sui personaggi al computer.

4 aprile 2013

Hitchcock

Rispolverare le vecchie glorie sta andando molto di moda e raccontare le storie di persone realmente vissute in ambito cinematografico e non sta avendo un inaspettato successo mediatico. Poco importa se sia stato il premio Oscar come Miglior Film offerto nel 2010 a Il Discorso del Re ad aprire le porte a questo ciclo di biopic che hanno preso in considerazione diversi personaggi storici e mediatici molto famosi, mettendoli a nudo e mostrandoli per quello che sono veramente, ossia esseri umani. Prima Marilyn Monroe, poi Franklyn Delano Roosevelt ed ora il maestro della suspense. Quello che fa Sacha Gervasi con il suo Hitchcock è un lavoro molto simile alle altre pellicole citate qua sopra, ovvero lasciare che i protagonisti parlino di loro stessi tramite le interpretazioni, rivelandosi però più interessante rispetto ai suddetti film grazie ad un discorso metacinematografico che accomuna la vita privata dei personaggi a quella lavorativa.

3 aprile 2013

Pirati dei Caraibi - Oltre i Confini del Mare

Continuano senza freni le rocambolesche avventure del capitano Jack Sparrow e di tutti i personaggi che si sono insediati all'interno dell'immaginario collettivo riproponendo sul grande schermo le avventure piratesche come non se ne vedevano dai tempi del film di Polanski. Tuttavia il sapore di franchise si sente e la standardizzazione dei personaggi e delle situazioni pesa più di quanto non voglia trasparire in questo quarto episodio che in Italia prende il nome di Pirati dei Caraibi - Oltre i Confini del Mare. Gore Verbinski molla il timone della regia e offre la sua bella seggiola a Rob Marshall, autore che finora si è cimentato in film ben diversi dallo stile visivo e goliardico a cui l'autore dei primi tre episodi ci ha abituato. La pesantezza della mano meno saggia e meno esperta di Marshall si sente, e il regista preferisce affidare l'onere di tirare avanti la storia per più di due ore e un quarto alle gag sempre simpatiche e spigliate della sceneggiatura di Terry Rossio e Ted Elliott, portate sullo schermo dal cast di bravi attori che comunque ammiccano al pubblico strizzando qualche volta un occhio qualche altra tutti e due.

Il Discorso del Re

Tra i titoli più discussi degli ultimi anni per i suoi apparentemente immeritati premi conferitigli innanzitutto dall'Academy ma anche da tante altre associazioni, Il Discorso del Re è stato capace di spaccare critica e pubblico come non succedeva da tempo, tanto da farsi affibbiare aggettivi che variano dal "furbo" al "capolavoro". Inutile dire che il mio pensiero appartiene alla seconda categoria per il semplice fatto che Tom Hooper riesce a donare uno suo stile ad una storia apparentemente piatta e già vista innumerevoli volte sul grande schermo, avvalendosi di un cast fenomenale a partire dall'istrionico co-protagonista Geoffrey Rush, pienamente in sintonia con il suo personaggio e perfettamente inserito nel contesto attorno a lui come anche la dolce e bella Helena Bonham Carter, che si scrolla di dosso tutti i variopinti make-up elaborati con il compagno Tim Burton e ritorna ad interpretare una fragile ed umana personalità che ha come qualità caratteristica quella di essere stata improvvisamente eletta regina.

1 aprile 2013

La Spina del Diavolo

Guardando questo film è impossibile non pensare a Il Sesto Senso e alle piccole affinità che legano queste due pellicole, anche se poi in sostanza sono due lavori completamente diversi. Se Shyamalan si concentra sui personaggi e sulla suspense che si crea nel nascondere la verità fino all'ultimo momento, Guillermo Del Toro opera verso un'altra direzione, differente ma allo stesso modo interessante perché non si avvale della sorpresa finale, ma porta lo spettatore verso una lenta e riflessiva scoperta della verità e verso una altrettanto calma analisi dei protagonisti e di ogni singolo personaggio presente all'interno della storia. La spina del diavolo è ambientato durante la guerra civile spagnola, un terribile evento storico che non funge solo da cornice ma che enfatizza nel migliore dei modi l'elemento etereo dei fantasmi, quello sentimentale della vendetta e quello concreto della devastazione che ogni guerra porta con sé, dove da sempre le prime vittime sono i bambini innocenti privati dei genitori (per una ragione o per un'altra) e costretti ad anni di precaria istruzione e pessimo stile di vita nella speranza di riuscire a raccontare ai loro nipoti quello che hanno vissuto.