29 marzo 2013

Fa' la Cosa Sbagliata


Il cinema indipendente americano sta lasciando sempre più importanti e marcate impronte nel suo passaggio, diventando lentamente un genere a sé stante, ricco di contenuti e di tematiche interessanti. Lato negativo del diventare una categoria autonoma è però quello di avere dei propri temi che vanno necessariamente sviluppati in un determinato modo. È forse questo uno dei punti più problematici di Fa' la cosa sbagliata che, se da un lato tenta disperatamente di lasciare un'impronta indimenticabile nella cinematografia moderna, dall’altro risulta essere una pellicola piuttosto ridondante e insipida. Trattando qua e là temi importanti, il film trova il suo sviluppo più interessante nella fotografia granulosa e tendente al giallo curata da Petra Korner, che gioca con questa tonalità facendola diventare fastidiosa quando ce n’è bisogno e invitante quando deve esserlo.

Il Grande e Potente Oz

Con un po' di ritardo (volevo evitare la visione 3D ad ogni costo) sono finalmente riuscito a vedermi al cinema la nuova pellicola di uno dei registi che più stimo, ovvero Sam Raimi. Ancora una volta questo grande autore dimostra di avere del talento sempre pronto ad essere esternato in ogni sua pellicola e senza piegarsi completamente agli obblighi di produzioni. I rischi con questo Il Grande e Potente Oz erano principalmente due: quello del fare un film "alla Tim Burton" e quello di fare la fine di Alice in Wonderland (pellicola che considero comunque troppo criticata per essere alla fine un prodotto Disney per bambini). Invece Sam Raimi, che si avvale di uno script interessante steso da Mitchell Kapner e David Lindsay-Abaire, non solo impone il suo personale stile alle sequenze del film ma riesce anche a fare in modo che il suo continuo auto-citarsi mantenga alta l'attenzione degli adulti che hanno accompagnato in sala i loro bambini e che ormai di rivisitazioni delle vecchie fiabe ne hanno viste in tutte le salse.

25 marzo 2013

Red Eye

Conosciuto come uno dei più importanti maestri dell'horror degli anni '70/'80, Wes Craven ha saputo regalare al suo pubblico non solo delle pellicole davvero ben costruite, ma anche personaggi indimenticabili e sfruttati fino all'osso dalle major che li hanno lanciati per la prima volta (il primo che viene in mente è sicuramente Freddy Krueger, seguito da Ghostface). Con il passare del tempo però lo smalto di questo grande autore horror è andato a perdersi e il regista non è riuscito a mantenere vive la tensione e l'ironia tipiche dei suoi film, soprattutto in questo particolare lavoro. Complice una produzione DreamWorks che c'entra ben poco con i toni cupi e sanguinolenti a cui Craven ci ha sempre abituato, Red Eye è un film riuscito solamente fino alla fine del primo tempo, ovvero finché i due protagonisti restano all'interno dell'aereo. Appena usciti dal mezzo i due perdono ogni caratteristica che li ha fatti diventare interessanti durante la prima parte e diventano dei personaggi completamente diversi da come ci sono stati raccontati fino a quel momento.

22 marzo 2013

I Croods

Dopo numerose ere glaciali, vari orchi verdi, illimitati animali da zoo esportati nei continenti più lontani, le due cose di produzione più grosse per quanto riguarda la concorrenza alla Pixar uniscono le loro forze per ritornare verso la narrazione di personaggi umani, più o meno. Prodotto da DreamWorks Animation e distribuito da 20th Century Fox, il primo lungometraggio non a marchio Disney del 2013 è un simpatico ritorno all'era preistorica, che ammicca ai Flintstones ma riporta alla più interessante direzione contemporanea che sembra aver preso il reparto cartoon della casa co-fondata da Steven Spielberg. I Croods diverte con i suoi personaggi strambi e particolari nonostante seguano dei canoni piuttosto classici del genere animato e gioca con animali preistorici mai visti e ultracolorati, strizzando l'occhio ad Avatar e alla saga L'era glaciale allo stesso tempo.

Arancia Meccanica

Maestro della tecnica della messa in scena e dell'interazione tra i personaggi e ciò che li circonda, Stanley Kubrick ha sempre fatto e fa ancora parlare di sé, non tanto perché abbia fatto o meno scuola, ma più che altro per il suo modus operandi ancora oggi inimitabile. Geniale autore che sapeva veramente come mettere d'accordo la massa dal gusto facile con chi invece cercava film più importanti, anche in questo Arancia Meccanica (diventato ormai cult movie di tutte le generazioni di cinefili) non è da meno. Concentrandosi principalmente sul personaggio interpretato da Malcolm McDowell, l'ormai iconico Alexander DeLarge, Kubrick trasforma tutto il resto in una contorta società che ruota attorno al protagonista e che sarà più croce che delizia di tutte le sue scelte.

21 marzo 2013

The Others

Pellicola dal gusto vintage e piena di classicismi del genere thriller, ispirata ad un romanzo che più classico non si può, The Others riesce a dimostrare nel 2001 che si può ancora fare ottimo cinema anche se si utilizzano dei cliché ormai riconosciuti. L'unica cosa che fa Alejandro Amenàbar è concentrare la sua storia sui personaggi e su una suspense perfetta in ogni momento, circondandosi di un cast strepitoso capitanato dalla star allora candidata al Golden Globe  Nicole Kidman, fragile, pallida e confusa proprietaria di una casa isolata dalle tecnologie moderne e dal mondo esterno per colpa di una nebbia fittissima. L'onnipresente tematica della morte è qui rappresentata nelle sue diverse sfaccettature, a partire dalla religiosità sempre in primo piano (la quale apre il film) fino ad arrivare ai più chiari rimandi naturali come gli alberi spogli e ricurvi e le foglie cadute e, per citarne ancora uno, le pareti (ma anche il soffitto, le porte e il pavimento) utilizzate come netta separazione tra il reale e il soprannaturale, recisione ben distinta di due mondi che si incontreranno in maniera violenta ed esplicativa solo alla fine del film.

20 marzo 2013

Caterina va in Città

Pellicola dai toni minimali e terribilmente profetica su quello che sarà il futuro della nostra nazione, questo film è forse il fiore all'occhiello della filmografia di Paolo Virzì, autore che da sempre si è mostrato interessato ai suoi personaggi, senza mai dimenticare il "come raccontare" a favore di un "cosa raccontare". In Caterina va in Città lo snodo fondamentale è il connubio tra queste due caratteristiche unite ad un terzo fattore importante, ovvero il "chi raccontare". I personaggi sono l'anima delle pellicole di Virzì e in particolare di questo tragicomico viaggio di una giovane di periferia verso una realtà completamente diversa a quella a cui è stata finora abituata.

19 marzo 2013

Hellboy

Quando il blockbuster che segue la moda del momento incontra l'arte più pura. Dopo Tim Burton, Sam Raimi, Bryan Singer ed autori più spesso sulla bocca di tutti come Christopher Nolan, Jon Favreau e Matthew Vaughn, anche Guillermo Del Toro dirige il suo cinefumetto moderno, dopo esserci passato qualche anno prima già con Blade II, dove era stato chiamato a tappare le falle create nel primo capitolo da uno Stephen Norrington esperto solo a metà. Con Hellboy il processo è ben diverso, perché il regista assiste alla nascita della saga cinematografica del supereroe creato da Mike Mignola, apportando il suo personale stile già dal primo capitolo, incanalando la sua idea della storia verso una direzione ironica della narrazione, evitando sequenze drammatiche fuorvianti o momenti tragici fuori luogo.

Hysteria - L'eccitante Invenzione del Vibratore


Spesso si parla di carenza di idee nel mondo del cinema, un universo moderno dove spesso le pellicole si somigliano per trama, struttura e schema narrativo. Tuttavia quello che manca non sono le idee, bensì la voglia di rischiare di proporre qualcosa di originale e inconsueto, di mai visto e di particolarmente innovativo forse per paura della crisi economica, a causa della quale un flop sarebbe poco opportuno, soprattutto per le piccole case di produzione. Ad ogni modo questo Hysteria – L’eccitante invenzione del vibratore è un chiaro esempio di come sia difficile convincere le major a puntare su sceneggiature insolite e curiose, obbligando pellicole come questa ad un lungo e tormentato parto capace di arrivare fino a sette anni. Tanya Wexler, laureata in psicologia sessuale, dirige un film audace e canonico nello stesso tempo. In questa pellicola si può notare senza inganni la classica struttura della commedia romantica, con la sua storia d’amore, le sue gag goffe e simpatiche, i suoi personaggi mai sopra le righe, a si parla del periodo vittoriano di Londra, epoca e patria di questo stile, per cui niente stona nel classicismo del film.

18 marzo 2013

La Battaglia dei Tre Regni

Cinema orientale, questo sconosciuto. O almeno ciò è vero se si prende in considerazione la mia esperienza personale con le pellicole che arrivano dai cultori del tè e delle spade samurai (inglobando tutte le varie etnie sotto un'unica bandiera per enfatizzare la mia lacuna nei confronti di queste terre). Tuttavia il cinema è un linguaggio universale e quando è fatto bene lo si comprende ovunque. Ipotesi avvallata dal film più costoso della storia del cinema asiatico, ovvero La Battaglia dei Tre Regni, epopea storica che si ispira al libro Il Romanzo dei Tre Regni scritto da Luo Guanzhong intorno al 1400 e facente parte dei quattro romanzi classici della letteratura cinese, riadattato in sceneggiatura da Chan Khan, Kuo Cheng e Sheng Heyu assieme a colui che ha anche firmato la regia di questa fantastica opera, l'internazionalmente famoso John Woo.

Baci e Abbracci

Ancora cinema italiano e ancora Paolo Virzì, autore contemporaneo che ha sempre qualcosa da offrire in più rispetto alle classiche commediole da due soldi che si trovano spesso e (mal) volentieri grazie a produzioni e distribuzioni italiane incapaci di osare e di sperimentare fidandosi del pubblico nostrano, ma la parentesi sarebbe più ampia di così e non è certamente la sede giusta per addentrarci in questo argomento, per cui torniamo al tema principale e iniziamo ad analizzare Baci e Abbracci. Con una introduzione simile vi aspetterete un film geniale e originale, pieno di spunti e particolarmente riflessivo. Non nego che degli accenni a queste cose ci siano all'interno dell'opera, ma ci si trova piuttosto di fronte ad un Virzì sottotono e poco interessato ad approfondire i personaggi che generalmente sono il punto centrale delle storie che scrive spesso e volentieri in compagnia di Francesco Bruni.

17 marzo 2013

Millions

Stile, capacità, originalità e senso personale del cinema, anche con commedie telefonate e dal tema ormai abusato l'autore britannico Danny Boyle dimostra di possedere tutte queste caratteristiche che fanno di un cineasta una persona da stimare e seguire. Millions basa la sua storia sulla bontà d'animo e sull'ingenuità di un bambino rimasto senza madre che ha spesso delle visite da parte di alcuni Santi del Paradiso, alle quali nemmeno lui crede fino in fondo perché sa di essere l'unico a vederli. Da un treno viene gettata una borsa con 250mila sterline e il bimbo lo prende come un segno di Dio, mentre il fratello fa di tutto per farli fruttare e per spenderli, anche se il pericolo è sempre dietro l'angolo, soprattutto se si parla di una somma del genere. Pericolo sia materiale che spirituale, perché se da un lato chi ha "perso" quei soldi è disposto a riprenderseli in qualsiasi modo, dall'altra parte la tentazione di approfittarsi della somma è sempre pronta a cogliere ogni personaggio a cui capita di mettere gli occhi addosso al malloppo, portando allo spettatore una morale prevedibile e certamente ormai consolidata.

14 marzo 2013

Il Lato Positivo

Uscita quasi a bocca asciutta dall'ultima edizione degli Oscar in cui ha stravinto Argo affiancato da Vita di Pi, questa nuova pellicola diretta dal cineasta David O. Russell è riuscita a portarsi a casa l'unico premio come Miglior Attrice Protagonista, mentre ha lasciato che le altre opere si accaparrassero tutto il resto. La scelta dell'academy è condivisibile o meno? Finora ogni parere che ho trovato girando sul web e sfogliando le riviste di cinema definisce Il Lato Positivo come uno dei migliori film dell'anno, e per certi versi lo è, ma non ho trovato in questo lavoro il capolavoro che si è elogiato per mesi e mesi. In primo luogo è interessante notare il lavoro emotivo e complesso che il quartetto di attori protagonisti e di spalle ha fatto per rendere il tutto più originale e coinvolgente per uno spettatore che vuole lasciarsi trascinare all'interno di questa storia grazie a personaggi riconoscibili e complessati, che hanno qualcosa da raccontare e un passato a cui rimediare.

13 marzo 2013

La Bella Vita

Con questa pellicola esordisce dietro la macchina da presa il fino ad allora co-sceneggiatore Paolo Virzì, ad oggi uno dei talenti più interessanti per quanto riguarda il panorama cinematografico nostrano. Ne La bella vita si possono scorgere alcuni frammenti di ciò che diventerà più avanti questo regista, che nonostante i pochi mezzi e comparti tecnici rudimentali e "alla buona", riesce comunque ad appassionare lo spettatore e a convincerlo di avere una storia piuttosto classica da raccontare in maniera molto originale. Virzì prende due star come Sabrina Ferilli e il sempre bravo (sì, anche nei cinepanettoni) Massimo Ghini e sporca la loro aura pubblica trasformandoli in delle apatiche e patetiche macchiette del piccolo paesino di Piombino, facendo in modo che la loro bravura possa riscattarli da una carriera (anche futura) di orribili film commerciali e dimostrando ai più scettici che gli attori italiani non sono il fanalino di coda della macchina "cinema" nostrana, ma che possono ancora offrire tanto, se imboccati con i giusti stimoli.

11 marzo 2013

X-Men: L'inizio

In un momento produttivo in cui i film tratti dai fumetti la fanno da padrone, c'è una saga capace di sollevarsi sulle altre non solo per qualità, ma anche per originalità e coerenza di trama, oltre che per complessità. I mutanti della Marvel hanno da sempre un proprio universo vasto almeno tanto quanto quello della stessa casa di cui fanno parte, ed è (e sarà, visti i progetti futuri) sempre interessante vedere cosa e come Lauren Shuler Donner e gli altri produttori abbiano intenzione di portare sullo schermo per la gioia di tutti gli x-fan. Con X-Men: L'inizio si tocca uno dei punti più alti della saga e dei cinefumetti in generale, grazie in primo luogo ad un cast fenomenale capitanato da Michael Fassbender che eredita il mantello e il casco di Magneto direttamente dal mostro sacro Ian McKellen e da James McAvoy che invece recupera la sedia del professor Xavier occupata fino a poco tempo prima da Patrick Stewart.

9 marzo 2013

Non Lasciarmi

Dopo la sua unica pellicola cinematografica interpretata da Robin Williams, Mark Romanek ritorna sul grande schermo per riadattare in immagini il romanzo che porta lo stesso nome del film ma che ha la firma orientale di Kazuo Ishiguro. Non lasciarmi è ambientato in una realtà distopica in cui esistono dei college all'interno dei quali i bambini vengono cresciuti e istruiti al fine di poter compiere il loro destino: essi sono infatti dei cloni creati con lo scopo di donare i loro organi alle rispettive controparti per poter salvare la loro vita. Scritto per lo schermo da Alex Garland ancor prima che il romanzo venisse pubblicato, il film mette in risalto il dramma interiore sia degli umani che dei cloni, sottolineando tematiche importanti come la speranza, il senso di comunità, l'appartenenza ad un genere e il possesso di un'anima.

I Banditi del Tempo

Autori da comprendere, da capire, da apprezzare, da studiare in ogni loro pellicola. Autori che ogni volta cercano di rispettare il loro immaginario visivo, ma che cercano sempre di arrivare al pubblico tentando strade diverse. Autori che ci riescono a volte, ma che altre volte invece spaccano in due sostenitori e detrattori, facendosi amare e odiare in maniera altalenante. Terry Gilliam è un esempio calzante di questa categoria, anzi forse ne è il portavoce ufficioso, se pensiamo alla ormai proverbiale sfortuna che perseguita questo autore da parecchio tempo. I Banditi del Tempo è, in un certo qual modo, la sua opera prima internazionale, dopo Jabberwocky (distribuito senza doppiaggio in DVD in alcuni paesi, compreso il nostro) e l'effettivo film d'esordio Monty Python (che riprende la popolare serie tv). Con I Banditi del Tempo si recuperano i temi e gli stili presenti nelle sopracitate pellicole, che non verranno mai abbandonati completamente nella filmografia futura del regista.

7 marzo 2013

Terraferma

Ancora una volta Emanuele Crialese fa capolino su questo blog, a poca distanza dalla sua prima apparizione, e ancora una volta lo fa con un'ottima prova non solo di regia, ma anche di cinema in senso più generico. Senza paura di esagerare ritengo Emanuele Crialese uno dei pochi validi baluardi del cinema italiano contemporaneo, seppure chiuso nella sua impossibile esportazione e trattenuto all'interno dei confini nostrani da un metodo narrativo che non riesce a rendere la storia universale. Ciò però è un neo del tutto trascurabile quando chi vuole raccontare una vicenda si mette in testa di farlo in questo modo così intimo e viscerale da appassionare anche lo spettatore più restio e in modo da rendere quella narrazione fruibile in tutto lo Stivale (il che non è poco, se si pensa a Crialese come a un regista che prima di raccontare un film racconta la sua terra, la Sicilia).

4 marzo 2013

Biancaneve Nella Foresta Nera

Da poco tempo si è smesso di parlare del nuovo kolossal di Rupert Sanders dedicato ad una versione dark e più cruenta della favola di Biancaneve, ma qualche giorno fa mi sono ritrovato a sfogliare una rivista di cinema e a venire a conoscenza di questa pellicola del 1997 che aveva le stesse identiche pretese, senza però voler per forza ricalcare la moda fantasy/romantica che vive così prepotentemente nei film di oggi. L'idea originale che sta alla base di questo film è quella di basarsi sulla malvagia matrigna, qui impersonata da una eccellente Sigourney Weaver, evitando terribili errori di sceneggiatura e analizzando in maniera interessante lo scivolamento nell'oscurità del personaggio, sebbene non fosse completamente candido  neppure all'inizio del film. La regina agisce nell'ombra, nascosta agli occhi degli altri, subdola e cattiva, egoista e perfida come deve veramente essere, e grazie alla Weaver e al make up del reparto trucco tutto questo funziona bene.

3 marzo 2013

Beautiful Creatures - La Sedicesima Luna

Arriva nelle sale, per la gioia di tutti i fanatici (e le fanatiche) delle nuove rivisitazioni romantiche per teenager con creature dark al loro interno, la componente di questo filone che vede come protagonista una strega... pardon, maga, già pronta a farsi passare il testimone da Bella Swan. Beautiful Creatures - La sedicesima luna è infatti già stato bollato come il degno erede di Twilight per ovvi motivi che non staremo qui ad elencare per mancanza di spazio. Diretto da Richard LaGravanese, questo film parte un po' con il freno a mano lasciando che sia la voce fuori campo di Ethan Wake interpretato da Alden Ehrenreich ad introdurre la storia allo spettatore , facendo però in modo che il ritmo ingrani subito la marcia e soprattutto lo spirito giusti. Il sopracitato protagonista maschile è un personaggio a metà tra la macchietta comica e il cavaliere senza macchia (perdonate il gioco di parole), disposto a tutto pur di stare con la propria amata Alice Englert; questa sua duplicità fa in modo che il film non scivoli mai nell'eccessivo dramma e che rimanga sempre su toni autoironici non troppo presuntuosi.

2 marzo 2013

Gambit

Simpatico quadretto umoristico che unisce un ottimo cast ad una interessante regia, questo remake dell'omonimo film del 1981 di Ronald Neame risulta un divertente prodotto d'intrattenimento dove troviamo ben più di un paio di scene con qualcosa da dire. Diretto da Michael Hoffman, questa nuova versione della trama si avvale non solo della presenza di grandi star pronte ad interpretare i ruoli dei personaggi principali, ma anche della scrittura di due mostri della regia e della sceneggiatura, ovvero Joel Coen e suo fratello Ethan Coen, che offrono un loro script all'autore di questa commedia per regalarci un prodotto non esente da difetti ma comunque particolarmente interessante. Protagonista della storia è Colin Firth che impersona un irriverente e toccato dipendente del folle ed egocentrico Alan Rickman, obiettivo principale del furto messo in atto da Firth e dalla sua temporanea partner Cameron Diaz. Insieme i tre mettono in scena un perfetto esempio di ottima scrittura al servizio degli attori che riescono ad entrare nei loro personaggi senza fatica, offrendo interpretazioni davvero comiche anche se a tratti un po' troppo esagerate.

1 marzo 2013

Respiro

Lo ammetto, è una lacuna molto grande per questo blog, ma mai quanto quella del cinema orientale (che mi riprometto sempre di colmare, ma ancora oggi la mia ignoranza in materia resta vasta). Nel frattempo cerchiamo di riempire qualche piccolo buco della cinematografia del nostro bel paese, bistrattata da molti e considerata spesso e volentieri ripetitiva e mai fresca o nuova. Eppure qualcosa di originale c'è anche oggi, nonostante quello di cui stiamo per parlare non sia un film da uso e consumo, ma più da festival. Questa, però, è una parentesi che eviterei di aprire ora, perché sarebbe un argomento ampio e infinito e non è di questo che vogliamo discutere, bensì di uno dei pochi interessanti film italiani dei nostri anni, ovvero Respiro, una pellicola introspettiva e religiosa diretta da Emanuele Crialese, elogiato dai più per il suo Terraferma.