30 novembre 2012

Fantozzi


Iconico personaggio letterario, Fantozzi riesce a diventare ben presto un film e, oltre a tutto ciò, una straordinaria rappresentazione di un contesto storico, sociale e culturale italiano. Lo so, sono decisamente partito in quarta, e la prima frase sarebbe adatta come conclusione del post, ma la scrittura "di getto" impone frasi improvvisate, ed eccomi qua a delirare... Beh, torniamo al film. Rimane ormai indimenticabile la fantastica ed istrionica (termine usato spesso per il cinema americano) interpretazione di Paolo Villaggio, all'epoca giovanissimo interprete comico e fiero inventore di questo tragicomico personaggio e di tutto il mondo che gira attorno a lui.

29 novembre 2012

Mosse Vincenti


Nonostante la pellicola sia del 2009, la storia che viene raccontata è terribilmente attuale in tutti i sensi grazie ai temi trattati durante la narrazione. Thomas McCarthy è il regista di questo film a metà tra il comico e il drammatico, capace di farti sorridere e di strapparti qualche lacrimuccia ma, soprattutto, alcune interessanti riflessioni sul mondo moderno. Nonostante l’happy ending e una trama sicuramente meno esportabile, lo stile di McCarthy torna nuovamente a graffiare lo spettatore, lasciando il segno. Mosse Vincenti riesce a raccontarsi in maniera semplice, fuggendo via in poco tempo e senza fare sentire la sua pesantezza. Thomas McCarthy dimostra ancora una volta di essere un genio nel raccontare temi forti e drammatici in maniera leggera e naturale, senza andare mai a parare verso la lacrima facile e cercando sempre di coinvolgere lo spettatore emotivamente.

Millennium - Uomini che Odiano le Donne


Dopo il piccolo interludio drammatico de Il curioso caso di Benjamin Button e The social network, il regista David Fincher ritorna al genere con cui ha esordito, il thriller. Dalla detection di Seven all’inchiesta giornalistica di Zodiac, l’autore ci ha regalato grandi opere d’azione e di suspense e ora unisce i due generi sopracitati per presentarci la sua versione della storia di Stieg Larrson, una trilogia che inizia con Millennium – Uomini che odiano le donne. Questa pellicola rispecchia la curiosa e controversa politica americana del remake, riassumibile nella frase “se un film è buono all’estero, noi lo rifacciamo a modo nostro”.

Magic Mike


Pronti per una scarica incontrastata di muscoli, pettorali e tanto, tanto testosterone? L’ultima fatica di Steven Soderbergh penetra il mondo dello spogliarello maschile e racconta la vera storia romanzata di Channing Tatum, produttore e protagonista della pellicola che, prima di diventare attore, era appunto uno stripper, pronto ad utilizzare il suo passato come lezione di vita semplice e commerciale ma pur sempre efficace. Il titolo, come avete potuto intuire da numerosi indizi sparsi per questo post, è Magic Mike. Il motto “anche l’occhio vuole la sua parte” non potrebbe essere più corretto. Ma non stiamo parlando dei corpi statuari di Channing Tatum, Alex Pettyfer, Matt Bomer e degli altri, bensì della messa in scena goliardica e allo stesso tempo semplicistica di Steven Soderbergh, che firma la sua più rischiosa pellicola in maniera assolutamente impeccabile.

24 novembre 2012

Dracula di Bram Stoker

Titolo parecchio ambizioso poiché si porta dietro non solo il nome del romanzo, ma anche quello dell'autore che lo scrisse. Tuttavia Francis Ford Coppola in questo film mostra già dalle prime inquadrature quale sarà il suo approccio con il libro scritto da Bram Stoker. La cosa a cui rimane fedele è l'atmosfera grottesca, misteriosa e religiosa presente nelle pagine, ma mescola senza nessun rimpianto le componenti reali (la storia di Vlad), il racconto di Stoker e una sua particolare rilettura romantica dell'opera: il risultato è decisamente positivo, seppur non privo di inciampi.

Le Avventure di un Uomo Invisibile

La mummia, Dracula e Frankenstein sono sicuramente i mostri più ricordati e sfruttati nella storia della cinematografia, eppure ce n'è uno che viene spesso dimenticato, accantonato, come se nessuno l'avesse mai...visto! Perdonatemi il gioco di parole, ma quando ho pensato "stasera mi guardo Le avventure di un uomo invisibile" ho subito sorriso pensando di utilizzare il verbo guardare e l'aggettivo invisibile nella stessa frase. Questo film è sicuramente quello che finora mi ha convinto di più nella filmografia di John Carpenter, regista che, in base a quello che ho visto, non rientra completamente nelle mie corde.

23 novembre 2012

La Carica dei 101


Rieditare, riproporre e aggiornare vecchie meraviglie con le nuove tecnologie è forse una delle cose migliori che uno studio cinematografico possa fare per i suoi fan. Disney è stata tra le prime case di produzione a comprendere questa cosa e, ormai da tempo, riporta in auge tutti i suoi vecchi classici con la nuova tecnologia BluRay e, a volte, aggiungendoci anche il 3D. Nessuna versione stereoscopica, però, per questo film, il che dimostra che Disney sa benissimo quali pellicole possano essere adatte per la terza dimensione e quali no. Per La Carica dei 101 è arrivato il momento, qualche mese fa, di una riconversione digitale e di una versione in alta definizione. 

1941: Allarme a Hollywood


E’ sempre stato un patito di fantascienza e di avventura, ma Steven Spielberg ha varcato tutti gli orizzonti possibili del cinema, spaziando dal thriller al biografico, fino ad arrivare all’animazione. Già ai suoi esordi, però, il Re Mida di Hollywood amava sperimentare, misurarsi con nuove sfide e tentare orizzonti diversi. Così, dopo aver girato Duel e Lo squalo, decide di rischiare con la sua prima commedia, dal titolo 1941: Allarme a Hollywood. Difficilmente si potrebbe credere che questo sia un film di Steven Spielberg: a livello di trama, struttura e genere sarebbe stato più sicuro affidarne la regia al maestro della comicità Mel Brooks, sicuramente più navigato dell’autore di War Horse per quanto riguarda l’umorismo e l’assurdità di sequenze e situazioni.

Contraband

Mettete insieme la moda che sta impazzando da un po’ a Hollywood, ovvero il remake, e un cast di richiamo per gli amanti dell’action pronto ad offrire puro intrattenimento. Fate dirigere il tutto ad un personaggio che, nella versione originale, interpretava il protagonista della storia e quello che otterrete sarà un classico film di droga e azione, con qualche piccola inquadratura pronta a strizzare l’occhio agli amanti dell’emotività. Remake del film islandese Reykjavik-Rotterdam, che vedeva protagonista l’attuale regista Baltasar Kormàkur, questa nuova versione americana vive di piccoli momenti di emotività solidi e forti, sottolineati da una macchina da presa sempre attenta ai personaggi e all’interno dei loro rapporti e delle loro relazioni.

22 novembre 2012

Il Sospetto

Il cinema nordeuropeo è conosciuto per la sua lentezza e il suo modo di presentare storie semplicemente ma efficacemente. Questo Il Sospetto non fa alcuna eccezione. Diretto da Thomas Vinterberg, la pellicola è stata presentata allo scorso festival del cinema di Cannes, sconvolgendo pubblico e critica. Il film non ha la pretesa di parlare della violenza sui minori, tema assai forte e quasi impossibile da trattare se pensate che già la violenza sulle donne adulte è una tematiche sconvolgente agli occhi del grande pubblico, bensì parla della storia di un uomo che è solamente sospettato di avere abusato di una bambina piccolissima.

Hotel Transylvania

Nonostante le pellicole Sony Pictures Animation siano state finora lievemente prive di chissà quale qualità, sembra che tutto quello prodotto ad oggi fosse esercizio di tecnica digitale per arrivare a questo. Questa è infatti la seconda pellicola di fila che lo studio d'animazione non sbaglia (la precedente era Pirati! Briganti da Strapazzo, lievemente inferiore rispetto ad alcuni suoi compari in stop-motion, ma pur sempre un buon film), che risulta essere un ottimo intrattenimento non privo di spunti di riflessione. Hotel Transylvania trasforma Dracula in un premuroso papà che costruisce un hotel come rifugio per tutti i mostri ma, soprattutto, per la sua bambina.

20 novembre 2012

The Twilight Saga: Breaking Dawn Parte 2

Mi era già capitato, con il secondo capitolo New Moon, di parlare bene di questa saga che più commerciale non si può. Ma, come tutti noi cinefili sappiamo, anche il commerciale ha delle determinate regole che possono o meno piacere, ma che vanno rispettate. Bill Condon aveva deluso non poco con la prima parte dedicata all'epico finale (uso i termini della campagna pubblicitaria) della saga che vivrà in eterno, e le aspettative su questa conclusione definitiva non potevano essere più basse. Invece, e ho quasi il terrore di dirlo, The Twilight Saga: Breaking Dawn parte 2 funziona. E funziona non poco, amici miei. Putrido, banalissimo, scontato e piatto finale di una epopea infinita di robetta insulsa, ma con un suo significato. La produzione riesce finalmente a sfornare, dopo quattro scempi artistici, un finale degno di questo nome.

Cogan - Killing Them Softly


Dopo essere stato presentato alla selezione ufficiale dell’ultimo festival di Cannes, il nuovo film di Andrew Dominik è uscito nelle sale cinematografiche e siamo tutti in attesa delle varie edizioni Home Video che, presto o tardi, popoleranno i negozi virtuali e non. Cogan – Killing them softly è un continuo riferimento al buon vecchio cinema d’azione e alle grandi pellicole noir, con qualche richiamo anche al cinema orientale. Basato sull’omonimo romanzo di George V. Higgins, il film si sviluppa dall’inizio alla fine in un periodo piuttosto preciso, ma con qualche rimando alla presidenza di Bush, a quella di Lincoln e all’ultimo presidente americano Barack Obama, simbolo di un tempo statico seppure in movimento, sinonimo di qualcosa che, nonostante cambi, resta sempre la stessa. È la dura legge della vita a non modificarsi, e chi ha la pistola ha sempre il potere, tenendo conto che alla fine del viaggio si è sempre soli.

19 novembre 2012

La Città Verrà Distrutta all'Alba


Sono tanti i film degni di nota nella filmografia del regista George A. Romero, il quale non solo ci ha regalato una saga dedicata ai morti viventi iniziata nel 1968 e terminata – almeno temporaneamente – nel 2009, ma ci ha anche proposto pellicole più sconosciute ma di qualità eguale, se non superiore, alla sua serie più famosa. Il regista spazia continuamente tra vampiri, streghe, zombi e fantasmi, restando sempre sul genere horror e accomunando tutti i suoi lavori sotto uno stesso tema che si può tentare di riassumere in una sola parola: disumanità. Nelle pellicole di Romero è spesso l’uomo ad essere il vero villain di se stesso, sebbene sia minacciato da altri esseri e debba, in teoria, fare squadra per sopravvivere. Questa tematica è ancora più evidenziata in una delle sue primissime pellicole, rinominata dai nostri traduttori italiani con il titolo La città verrà distrutta all’alba, storpiando senza nessuna motivazione il titolo originale, pieno di significato e utile a capire al meglio la pellicola.

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban

Continua imperterrito il mega-ripasso della saga fantasy di quest'ultimo decennio-quindicennio, capace di appassionare tantissimi sostenitori ma anche di sconvolgerne altrettanti. Per quanto mi riguarda, con questo terzo episodio, siamo ancora nel momento "piacere comune", ovvero dove chiunque parlava bene del fenomeno Harry Potter, anche i più fieri detrattori di questo ciclo narrativo cinematografico e non. Grazie alla regia di Alfonso Cuaròn arriva infatti Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, considerato da molti (me compreso) il migliore capitolo filmico di tutta la saga prodotta da David Heyman.

18 novembre 2012

Beetlejuice - Spiritello Porcello


Beetlejuice - Spiritello porcello arriva in un momento triste per la carriera di Tim Burton, poiché il regista, dopo essersi licenziato dalla Disney (che metteva dei continui paletti alla sua vena artistica, considerata troppo macabra per i gusti della major) e dopo aver diretto la sua prima pellicola, continuava a leggere tantissime sceneggiature cercando l'ispirazione giusta e la trama perfetta da trasporre sul grande schermo. La storia di Michael McDowell e Larry Wilson arriva come la manna dal cielo, e Burton decide di fare sceneggiare al meglio lo script dallo stesso McDowell e da Warren Skaaren. Nel 1988 il film fa volare la carriera di Burton consacrandolo a regista come lo conosciamo oggi.

17 novembre 2012

Scontro tra Titani


Saranno poche le parole da spendere per questa pellicola, troppo caciarona e con pochi omaggi al film originale di Desmond Davis. Da un film intitolato Scontro tra Titani ci si aspetterebbe almeno uno “scontro” memorabile, soprattutto se il periodo in cui il film è previsto è quello della CGI e dell'adrenalina ad alto livello. È proprio qui, invece, che il film di Louis Leterrier pecca clamorosamente. Non possiamo negare che le battaglie epiche e computerizzate ci siano, ma presto cominciano a diventare ingestibili per l’autore, risultando al pubblico caotiche, confusionarie e quasi impossibili da seguire. Inoltre la CGI, se da un lato fa il suo grande lavoro di portare sullo schermo scorpioni giganti, dèi fluttuanti, mostri giganteschi e ibridi raccapriccianti, dall’altro non sempre risulta convincente, dimostrando anche in questo caso che Letterier ce la può fare solo fino a un certo punto.

Jack & Jill


Adam Sandler è, in positivo e in negativo, una icona del cinema comico americano. Molti lo gradiscono, alcuni lo amano e altri non lo sopportano proprio. Vedere un film con Adam Sandler può essere divertente e atroce allo stesso tempo. Se poi l’attore si sdoppia il risultato potrebbe essere o terribile o fantastico. Tutto dipende da un regista capace di dosare bene tutti gli elementi della storia. Cosa che, però, Dennis Dugan non è in grado di fare. Commedia semplice dai toni leggeri e dall’happy ending telefonato già prima che passassero il trailer nel sale, Jack & Jill sarebbe potuto diventare il fiore all’occhiello di Adam Sandler, che qui interpreta sia lui che lei e che avrebbe potuto battere i numerosi sdoppiamenti di persona del cinema hollywoodiano, tra i quali spicca il memorabile lavoro di Eddie Murphy ne Il Professore Matto.

Il Dottor Stranamore Ovvero: Come Imparai a non Preoccuparmi e ad Amare la Bomba


Di autori ce ne sono stati (e ce ne sono) tanti, ma raramente un’artista riesce a sperimentare quasi tutti i generi cinematografici e ad eccellere in ognuno dei suoi lavori (più o meno). Pensando ad uno di questi registi, il primo che salta all’occhio è, senza dubbio, il maestro Stanley Kubrick, il quale è stato capace di rendere personale e innovativo quasi ogni genere del cinema: dall’horror (Shining) ai film di guerra (il suo primissimo ed introvabile Paura e desiderio, poi Orizzonti di Gloria e il più famoso Full Metal Jacket), dalla fantascienza (2001: Odissea nello Spazio) allo storico (Spartacus), passando per il romantico (a suo modo, con Lolita ed Eyes Wide Shut), fino ad arrivare al drammatico (con Arancia Meccanica), al crimine (Rapina a mano armata), al thriller noir (Il bacio dell’assassino) e ai film in costume d’epoca (Barry Lyndon). L’unica cosa che non ha trattato è, forse, il genere western, poiché anche la commedia satirica rientra nella sua filmografia, con Il dottor Stranamore ovvero: Come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba.

16 novembre 2012

Harry Potter e la Camera dei Segreti

Eccoci ancora una volta pronti a parlare del maghetto più famoso dopo il grande Merlino. La seconda parte della saga cinematografica tratta dai romanzi di J. K. Rowling vede ancora una volta al timone di tutto Chris Columbus, autore valido e interessante per alcuni versi, ma deludente per altri aspetti. In generale, però, il regista se la cava egregiamente con questo Harry Potter e la Camera dei Segreti, dove ritroviamo assieme al regista anche il vecchio cast, principale e di contorno, arricchito dal simpaticissimo Mark Williams che interpreta il papà della famiglia Weasley e il tenebroso Jason Isaacs nei panni di Lucius Malfoy, il malvagio padre di Draco (per chi non se lo ricordasse, Tom Felton). C'è poi un altro personaggio da evidenziare (come se lui da solo non lo facesse già abbastanza), ossia l'egocentrico e sciocco professore di Difesa contro le Arti Oscure Gilderoy Allock, portato sullo schermo da un ammiccante Kenneth Branagh, che entra perfettamente nel personaggio.

14 novembre 2012

Real Steel - Cuori d'Acciaio


Quando un regista assume uno stile che risulta carino e semplice, non è detto che sia sempre così. Magari è la sceneggiatura a chiedere quello stile per rendere il film al meglio, magari è il fatto che il regista sia agli inizi. In ogni caso, finché non ti delude del tutto, tienilo sotto controllo, perché lo stile “carino” può trasformarsi in “interessante”, per poi diventare qualcosa di più. Shawn Levy non ha impresso nessuno stile particolare nelle sue pellicole precedenti, ma con Real Steel riesce a concentrarsi al meglio per fare esplodere un film veramente fantastico. A vederlo così, sembrerebbe un tipico prodotto per bambini, con i robot giganti che si scontrano e i genitori che capiscono i loro sbagli. Sarebbe un grave errore sminuire le potenzialità di questa pellicola in questo modo. C’è ben più di un rapporto padre–figlio da risaldare in questo film. Shawn Levy recupera il racconto breve scritto da Richard Matheson e ne fa un film visivamente impeccabile, giocando con le inquadrature e con la storia, livellando al meglio i climax durante lo svolgimento di tutto il film. 

Una Spia non Basta


Ci sono commedie che ti fanno sorridere e che rimangono impresse nella memoria, mentre altre si concentrano anche su toni un po’ più drammatici, in modo da farti riflettere anche alla fine del film. In ogni caso, le commedie sono spesso incentrate sull’amore ed esagerano volutamente situazioni e vicende in modo che lo spettatore possa ridere di esse e dei personaggi che le animano. L’importante è che questo miscuglio di esagerazioni non sia eccessivo, altrimenti il tutto risulterà distorto e surreale. Fortunatamente con Una spia non basta, nonostante metta in tavola i clichè più utilizzati del genere, questo piccolo sbafo non si trova, e il tutto risulta miscelato con cura e con passione per il cinema.

Freerunner - Corri o Muori


"Idee tante, buone nessuna", diceva Jack Nicholson in un noto film di Stanley Kubrick. Frase forse un po’ troppo preveggente, se pensiamo alle innumerevoli pellicole che vengono sfornate al giorno d’oggi in maniera così rapida e frettolosa da non riuscire ad avere una coerenza narrativa o visiva. A volte, poi, queste pellicole prendono forma da idee strampalate di persone appassionate di qualunque cosa, ma che alla fine risultano troppo superficiali. Un po’ per la fretta di realizzarle, un po’ per l’impossibilità di alcuni di uscire dal loro compito per impersonarne altri, questo FreeRunner – Corri o Muori risulta un prodotto banale, noioso e sciocco. Il vero peccato è che la trama sarebbe potuta essere interessante. Diretto dall’esordiente Lawrence Silverstein, qui alla sua prima opera dietro la macchina da presa, il film ha l’unico pregio di mettere in mostra il fisico atletico di Sean Faris e la bellezza corporea di Rebecca Da Costa.

Lilli e il Vagabondo

E’ dal 1955 che fa sognare intere generazioni, con il suo romanticismo innato, la sua storia d’amore proibita (o quasi) e tutto il divertimento che riesce a regalare. Lilli e il Vagabondo è una delle storie d’amore più romantiche e commoventi di casa Disney, una di quelle narrazioni capace di entrarti nel cuore e di rimanervi per tutta la vita. Merito, questo, della presenza di tre tra i più grandi registi della fabbrica Disney, ovvero Hamilton Luske (co-regista di Pinocchio, Le Avventure di Peter Pan e Cenerentola), Wilfred Jackson (co-regista anche lui di Le Avventure di Peter Pan, Cenerentola, Alice nel Paese delle Meraviglie e molti altri) e il Maestro indiscusso Clyde Geronimi (regista principale de La Carica dei 101, La Bella Addormentata nel Bosco, Le Avventure di Peter Pan, Alice nel Paese delle Meraviglie e altri), che con una bravura incredibile riescono a mettere insieme, fotogramma dopo fotogramma, una delle storie più belle  dei primi anni della Disney.

Harry Potter e la Pietra Filosofale

Ogni tanto bisogna rinfrescarsi la memoria, soprattutto se ciò a cui si sta pensando riguarda la propria infanzia. C'è sempre un momento in cui bisogna crescere e riflettere sull'esistenza di Babbo Natale. Con questo non voglio denigrare completamente l'ottimo lavoro svolto da Chris Columbus nel riempire Harry Potter e la Pietra Filosofale di uno stile assolutamente personale e fantastico, ma voglio solo evidenziare che non è tutto oro ciò che luccica. O, meglio ancora, anche questo film ha i suoi lati negativi, seppur marginali. Cominciamo ad elogiare i pregi di un cast di adulti assolutamente strepitoso e british, tra i quali non possiamo citare la carismatica Maggie Smith e il tenebroso Alan Rickman, affiancati da un divertentissimo e gigantesco (almeno per il momento) Robbie Coltrane.

13 novembre 2012

Drive


Se cercate un sostituto a Quentin Tarantino prima dell’arrivo del suo prossimo film, Django Unchained, potete trovarlo in Drive. Con questo paragone, però, non voglio certo sminuire il talento e lo stile del danese Nicolas Winding Refn, ma semplicemente affiancare il nome di un autore conosciuto ed affermato a quello di un regista che si affaccia solo ora al grande pubblico. Refn è, soprattutto in Italia, un autore abbastanza sconosciuto ma pieno di talento. Dopo la trilogia di The Pusher e l’acclamato Valhalla Rising: regno di sangue (mai usciti nei cinema italiani, ma disponibili per il mercato Home Video), il regista si lancia in una storia dalle tinte noir completamente rivisitata nel suo stile ormai consolidato e intrigante. La trama ha il sapore di qualcosa di già visto e di già raccontato, con i suoi temi di vendetta, criminalità e doppia personalità.

War Horse


Proprio quando si pensava che sulle due Guerre Mondiali si era detto di tutto e di più, ecco che spunta fuori qualcosa di nuovo e di inaspettato. Una storia che con la battaglia e la trincea ha ben poco ha che fare, che si concentra molto di più sui personaggi, sugli affetti e sulla forza di volontà che ogni essere vivente ha. Ma andiamo per gradi. Non è proprio una trama da due parole, quella di War Horse, che si classifica subito tra uno dei migliori film dello Steven Spielberg moderno che, questa volta, non ha ricevuto un riscontro totalmente positivo dal botteghino. Una risposta aspettata, visto che raramente il grande pubblico si è interessato al mondo dei cavalli, favorendo piuttosto i cagnolini di Hachiko e i cetacei di Flipper. Tuttavia mi sento in dovere di consigliare la visione di questo film a tutti gli appassionati del cinema perfetto e preciso, quello con la C maiuscola, fatto con passione, cuore e anima.

12 novembre 2012

Spider-Man 2


La fittissima trama di Spider-Man 2 riesce a farsi narrare in maniera dettagliata e precisa da un Sam Raimi in ottima forma. Il regista qui fa tutto quello che è in suo potere per regalare ciò che il pubblico si aspetta da un film come questo, ovvero divertimento, tanta azione e rapporti tra i personaggi sempre più intricati. Il travagliato amore tra MJ (la bella Kirsten Dunst) e Peter (l'ebete Tobey Maguire) è infatti la prima di una lunga serie di relazioni che andranno a volte a consolidarsi e altre a sciogliersi definitivamente. Ogni co-protagonista fa la sua importante parte per fare in modo che tutti vengano ricordati per il loro contributo, a partire da una zia May (Rosemary Harris) sì saggia, ma anche arzilla e pronta a correre in aiuto dell’Uomo Ragno nel limite delle sue possibilità.

ATM - Trappola Mortale


Molto spesso, quando si gira un horror in salsa thriller, si cerca di fare in modo che i personaggi non siano molto intelligenti, in modo che il killer di turno possa divertirsi come meglio preferisce. Bisogna però stare attenti a non superare il limite dell’irrealtà, poiché se i personaggi passano dalla stupidità all’idiozia, la credibilità del film scivola e la pellicola diventa inefficace. ATM – Trappola Mortale commette proprio questo errore, enfatizzandolo al massimo con dei dialoghi più che semplici e decisamente privi di senso. Ma andiamo con ordine. Si potrebbe sorvolare sulla già citata stupidità dei personaggi, se il film non fosse così lento ed eccessivamente didascalico.

Paradiso Amaro


La vita ci riserva sempre delle sorprese, a volte piacevoli e a volte no. Molto spesso, però, non siamo capaci di cogliere ciò che ci viene offerto di buono, mentre i colpi bassi sono sempre più evidenti e vengono incassati con maggiore violenza. La storia di Paradiso amaro, come suggerisce il titolo (The descendants in originale), parla proprio di quanto sia difficile accusare gli attacchi meschini della vita, senza essere in grado di rispondere a tono. Dalla trama potrebbe sembrare una commedia leggera e piena di retorica, ma non è affatto così. Alexander Payne dimostra per l’ennesima volta di essere uno dei registi più diretti e sensibili degli ultimi anni, soprattutto perché non si piega a banali sentimentalismi e racconta le “disavventure” dei propri personaggi gettandole sullo schermo nude e crude così come potrebbero capitare ad ognuno di noi.

Quella Casa nel Bosco


Come riassumere a grandi linee la storia del cinema horror? Ci pensano due menti geniali, il regista e sceneggiatore Drew Goddard e il produttore e co-sceneggiatore Joss Whedon, che decidono di rivisitare e omaggiare questa categoria di pellicole, aggiungendo anche qualcosa al genere. Non è stato un anno roseo per il cinema horror, questo 2012, che ci ha regalato qualche sporadico titolo per il genere, nessuno di questi memorabile. Quella casa nel bosco ha però il punto forte di basarsi su tutto quello che c’è stato di buono per questa categoria durante il corso degli anni.

11 novembre 2012

Biancaneve e il Cacciatore

Quanto può essere sbagliata la produzione di un blockbuster hollywoodiano dedicato ad una delle più famose principesse delle fiabe, rivisitato in chiave dark? Biancaneve e il Cacciatore ha al suo interno l'unico pregio di essere interpretata dalla bellezza parziale (più avanti spiegheremo perché) di Charlize Theron e da un sempre più desideroso di dimostrare quanto vale Chris Hemsworth. Il resto è interamente da accartocciare e gettare nella spazzatura, o nel dimenticatoio della vostra testa. Questo film è una lezione su come NON fare cinema. La regia di Rupert Sanders è completamente al servizio delle scenografie di Dominic Watkins e dei costumi di Colleen Atwood, quando invece dovrebbe essere il contrario.

10 novembre 2012

I Soliti Idioti - Il Film


Il cinema di consumo è ormai una realtà con la quale ogni cinefilo deve convivere. La saga di Twilight ha dimostrato come sia facile accumulare denaro senza spendere la minima energia. Ma questo non è certo il primo né sarà l’ultimo esempio che potrei portare per avvallare la tesi. Inoltre oggi non voglio fare innervosire i fans di Edward & Bella, perché voglio concentrarmi su un prodotto nostrano, sparando tutte le cartucce che ho in serbo per una pellicola che ha fatto incetta di euro: I soliti idioti - Il film. Come tutti sapete, I soliti idioti nasce come format televisivo nel tentativo di criticare lo spaccato italiano e le persone che non prendono con serietà la loro professione o la loro vita.

Il Sesto Senso

C'è qualcosa in questo film di terribilmente attraente. Ogni volta che lo guardo scopro sempre qualcosa di nuovo e di infinitamente bello. Ad ogni visione Il Sesto Senso riesce a colpirmi per qualcosa di diverso, qualcosa che magari avevo tralasciato durante la visione precedente, o qualcosa a cui non avevo dato peso precedentemente. C'è anche da dire che, personalmente, sono sempre stato molto colpito dall'immaginario visivo e tematico del regista M. Night Shyamalan, capace di riportare in auge gli ideali ormai dimenticati della religione. I rimandi a quei temi, anche in questa pellicola, sono tanti, forse anche di più a causa del fatto che si parla dell'aldilà. Se però ci fate caso in tutte le sue pellicole più importanti (Signs, ad esempio, oppure anche Unbreakable), qualcosa di religioso salta fuori.

I Bambini di Cold Rock


Ci vuole un po’ di tempo per digerire l’introduzione de I bambini di Cold Rock, a causa della sua lentezza nell’avviare una storia piuttosto interessante ma che qua e là si trova priva degli spunti giusti o utilizzati giustamente. Se però l’inizio fatica a prendere velocità, la parte centrale della storia fa il suo dovere e regala al pubblico tutti gli ingredienti che devono essere usati per preparare un thriller di questo genere: suspense, emozione, effetto sorpresa e ottima tecnica.

Hunger


L’operazione che tenta di fare Steve McQueen nella sua opera prima è quella di cercare di shockare lo spettatore a tal punto da farlo quasi allontanare dallo schermo mentre la macchina da presa svolge il suo compito di narratrice sadica e passiva. Tratto da una storia vera, Hunger racconta in maniera realistica e forte uno spaccato sconosciuto a molti, al quale il regista si è subito appassionato. Con un occhio attento e con un piano di regia minuziosamente studiato, McQueen racconta la storia di Bobby Sands senza mai gettarsi in melense sequenze di compassione, o in didascaliche descrizioni.

Paura e Delirio a Las Vegas


Paura e Delirio a Las Vegas è uno dei film più psichedelici che possiate mai incontrare in tutta la vostra vita, ed è stata una bella mossa affidarne la regia ad uno che di caos mentale e cinematografico se ne intende. Non per nulla Terry Gilliam è considerato uno dei più poliedrici (nonché sfortunati) artisti di sempre. L’autore riesce infatti a circondare il film con un alone completamente personale, immergendo il tutto nel suo stile ormai consolidato.

E' Nata una Star?


In un periodo in cui si sente sempre più parlare di calo qualitativo del cinema italiano, pieno solo di seguiti inutili e senza scopo, di idee trite e ritrite, di pellicole che non hanno mai nulla di nuovo da proporre, il tutto nello stesso periodo in cui la cinematografia inglese brilla al meglio con il suo splendore, sia per storie che per regia, Luciana Littizzetto pensa bene di prendere spunto dall’isola al di là della Manica e di convincere qualche interessato produttore a finanziare un nuovo film tratto da una storia di Nick Hornby, un autore anglosassone nonché sceneggiatore di An education. È nata una star? è una commedia dai toni agrodolci come solo gli inglesi sono capaci di scrivere.

Parnassus - L'Uomo che Voleva Ingannare il Diavolo

Il regista Terry Gilliam è ormai tristemente noto per la sfortuna che lo ha sempre affiancato durante la sua carriera cinematografica. Se le difficoltà pre-produttive gli hanno finora impedito di dirigere uno dei progetti a cui più tiene, ovvero una sua versione delle avventure di Don Chischotte, l'ultima fatica cinematografica è stata quasi bloccata per colpa di un evento conosciuto da tutti: la morte di Heath Ledger. L'attore interprete del Joker di Christopher Nolan ha infatti perso la vita dopo aver completato i 2/3 delle riprese del film. Allora la produzione ha sospeso le riprese e Gilliam ha dovuto rimettere mano sia al suo piano di regia che alla sceneggiatura, affinché tutto potesse filare liscio.

9 novembre 2012

Lemony Snicket - Una Serie di Sfortunati Eventi

Quanto è difficile riuscire a narrare una storia drammatica in maniera che tutti possano fruirne? O meglio, quanto è difficile farlo in maniera originale? Brad Silberling tenta questa particolare e difficoltosa prova e ne esce bene, ma non del tutto illeso. Il pregio principale di Lemony Snicket - Una Serie di Sfortunati Eventi è quello di vantare un ottimo cast in toto, a partire dalla sempre brava Meryl Streep e dall'istrionico Jim Carrey, che però più di una volta esagera eccessivamente le sue performance e rischia di risultare troppo sopra le righe. Assieme a loro anche Timothy Spall nei panni del signor Poe, in piena forma come sempre, l'amichevole Billy Connolly in quelli dello zio Monthy, senza dimenticare la poca presenza di Catherine O'Hara nei panni del Giudice Strauss e, per finire, il brevissimo cammeo di Dustin Hoffman in quelli del critico teatrale.

8 novembre 2012

Rabid - Sete di Sangue

Per quanto mi riguarda è un autore ancora tutto da scoprire, questo David Cronenberg, considerato tra i più importanti cineasti ancora in vita e uno dei maggiori sostenitori del body horror, se non sua vera incarnazione vivente. Purtroppo per me non ho ancora avuto modo di recuperare molte delle sue pellicole, e la mia conoscenza in tema "Cronenberg" si riassume a soli tre titoli. Uno di questi è, appunto, Rabid - Sete di Sangue, vecchio film che racchiude tutte le tematiche più importanti del cinema horror degli anni '70. Oggi, purtroppo, l'horror è quasi sempre un pretesto per saltare dalla poltrona in compagnia, possibilmente evitando che il cervello dello spettatore si accenda. Un tempo, invece (e neanche tanto lontano), questo genere era capace di creare tensione proprio perché faceva riflettere il pubblico su sottotesti profondi e importanti.

Toro Scatenato


In pochi sono riusciti a raccontare il mondo della boxe nella sua veste più marcia e fastidiosa, senza destare scalpore e passando alla storia per il lavoro fatto con le loro opere. Martin Scorsese ispira la sua pellicola del 1980 alla vera vita di Jake LaMotta, pugile italoamericano alla ricerca del successo sul ring, al quale però si succederanno una serie di tragici eventi che lo porteranno a ripensare a tutta la sua vita. È assolutamente comprensibile che Toro Scatenato abbia sconvolto la critica e il pubblico dell’epoca.

The Avengers


Quando ci si convince ad andare a vedere un kolossal pubblicizzato in maniera martellante da tutti i media possibili e immaginabili, si entra in sala con i piedi di piombo, onde evitare possibili delusioni. Soprattutto se il film in questione si presenta come un raccoglitore di personaggi già presentati in altre pellicole. Ma già al quinto minuto di The Avengers tutti i dubbi e le incertezze spariscono all’istante. Sicuramente la pellicola non è priva di difetti che, paradossalmente, ne sono anche i pregi. La prima cosa che non tutti possono apprezzare è la scelta di suddividere il film in due, ovvero un momento in cui ci vengono presentati i nuovi protagonisti della storia e un secondo tempo in cui l’azione esplode in maniera radicale.

The Way Back


Questa volta il regista Peter Weir si concentra su una storia vera e si avventura nel continente orientale, passando per la Siberia, il Tibet e l’India, assieme ai protagonisti di questo fatto realmente accaduto. Dopo otto anni di assenza dalle sale cinematografiche, i più scettici avevano già dato Peter Weir come spacciato. Ma il regista riesce a dimostrare che, nonostante le nuove tecnologie e, soprattutto, la Computer Grafica, siano arrivate a livelli incredibili di perfezione e abbiano avuto il sopravvento su tutto il resto, il vecchio modo di fare cinema rimane comunque il più efficace e il più convincente.

7 novembre 2012

Dark Shadows


Ci sono talmente tante cose da dire su questo Dark Shadows che non so da dove cominciare. La prima cosa da cui si viene catturati è l’ottima interpretazione di Johnny Depp che, finalmente, esce dalle sue caratterizzazioni esagerate (il Cappellaio Matto e l’ormai assuefatto Capitan Jack Sparrow, per citarne un paio) e torna a regalarci una performance toccante, sì divertente ma piena di sentimento. Ad affiancarlo un cast di comprimari veramente fenomenali, con l’immancabile Helena Bonham Carter (che ormai non sbaglia un colpo), la veterana Michelle Pfeiffer (alla sua seconda collaborazione con Burton, fantastica come sempre), la sensuale Eva Green (in una delle sue performance tanto fisica quanto umana), l’eccentrica Chloe Moretz (che qui aggiunge una nuova carta freak al suo mazzo di personaggi surreali) e tutti gli altri attori.

Io ti Salverò


Fin dai suoi primi film Alfred Hitchcock non ci ha mai abituato a trame semplici, ma ha sempre cercato di dare il meglio di sé sia in sceneggiatura che in regia. In Io ti salverò, ad esempio, troviamo uno dei primi esperimenti di viaggio all’interno del mondo dei sogni, nascosto dal regista con un contorno psicoanalitico in salsa thriller. Hitchcock dirige uno dei migliori film della sua carriera, nonché una delle sue più acclamate opere, sia da parte del pubblico che da parte della critica. Nominato a sei Premi Oscar e vincitore della Miglior Colonna Sonora ad opera di Miklòs Ròzsa, la pellicola mette in gioco una nuova versione del tanto amato tema della doppia personalità.

Candidato a Sorpresa


La critica che Candidato a Sorpresa espone, in maniera più o meno leggere, durante il corso della sua durata, potrebbe essere estesa a tutti gli stati, ma non siamo qui per parlare della situazione politica americana o italiana che sia, bensì per analizzare i lati positivi e quelli negativi del film. Sicuramente il fatto di avere due mostri come Will Ferrell e Zach Galifianakis come protagonisti, anzi, come avversari, è un punto a proprio favore. Ma il cast al completo ad essere ottimo, a partire da Dan Aykroyd fino alle due scene in cui è presente Brian Cox. Ognuno di loro mette in gioco le proprie qualità per favorire una sceneggiatura ottima dal punto di vista critico e forse un po’ meno per quanto riguarda le gag. La comicità c’è, non possiamo negarlo, ma qualche volta le situazioni ironiche sono piuttosto telefonate e abbastanza classiche.

50 e 50 - All We Need is Love


Pur con qualche calo di ritmo qua e là, 50 e50 – All we need is love riesce ad essere uno dei migliori film dell'anno scorso, soprattutto grazie al suo cast. Ma andiamo con ordine. Jonathan Levine, già regista del criticato e osannato Fa' la cosa sbagliata, si ritrova una sceneggiatura dell’esordiente scrittore Will Reiser, che si affaccia per la prima volta nel mondo degli script cinematografici e riesce a vincere la sfida creando una storia intrigante, ricca di picchi di humor e dramma, piena di sentimento e di realismo. La fortuna di Reiser, che è anche quella di Levine, è di aver trovato degli attori più che validi per portare sul grande schermo un’arma a doppio taglio quale è questo film. Parlare di cancro ironizzando sulla situazione è una cosa molto rischiosa, soprattutto perché potrebbe accendere l’ira di tutte quelle persone che hanno vissuto un dramma simile e che sanno cosa significhi convivere con un malato di questo tipo.

The Artist

Come ci si potrebbe sentire se ci si ritrova a guardare un film muto, in bianco e nero, in un cinema-teatro vecchio stile (con il sipario, le poltrone in stoffa e tutto il resto)? Ci si sente semplicemente come Owen Wilson in Midnight in Paris. E bisogna ringraziare il regista Michel Hazanavicius, francese di Parigi, se qualche avido spettatore cinefilo potrà provare queste sensazioni. E’ sua, infatti, l’idea di girare un film muto e in bianco e nero nel 2011, una pellicola che parla (si fa per dire) di un epoca fantastica e di un cambiamento radicale per la storia del cinema. Ed ecco che nasce The Artist.

Halloween - La Notte delle Streghe

Se far ridere è complicato, spaventare è ancora più difficile. Possiamo dare a John Carpenter il merito di avere inventato uno dei personaggi più sfruttati nella storia del cinema horror, ma personalmente non posso dire che questo film funzioni al 100%. Halloween infatti sfrutta una trama molto valida e mette in gioco dei personaggi ben delineati, ma c'è qualcosa che non mi torna. Premessa: ciò che seguirà saranno pareri assolutamente personali che non posso controllare, poiché vengono dettati dai miei gusti, anch'essi personali. Vi anticipo inoltre che, come al solito, non caricherò nessuna trama del film, cosa che potete recuperare in qualsiasi sito di cinema su tutto il web. Diamo il via, dunque, a questa analisi cinematografica.